Questo è il titolo della poesia che un gruppo di Toscani ha scritto basandosi sul testo della “Spigolatrice di Sapri” di Luigi Mercantini per omaggiare e ringraziare noi che abbiamo organizzato il loro viaggio alla scoperta del “Cilento”.

Di seguito il testo completo della poesia che hanno scritto per l'occasione:

 

 

Dopo un lungo ma piacevole viaggio di arrivo, nel pomeriggio di martedì 26 settembre approda a Sapri un gruppo dell’associazione “Università del Tempo Libero” di San Miniato alla scoperta della nostra terra. 

L’indomani mattina partiamo alla volta di Paestum, meta molto desiderata e ambita dalla maggiore parte di loro anche se qualcuno aveva già visitato l’area archeologica qualche anno prima. 

 

 

Situata poco più a sud della provincia di Salerno, nella parte settentrionale del Cilento, nella piana del Sele, nella patria della mozzarella di bufala, Paestum è un'antica città della Magna Grecia, chiamata dai Greci Poseidonia, in onore di Poseidone, ma devotissima ad Atena ed Era. Dopo la sua conquista da parte dei Lucani venne chiamata Paistom, per poi assumere, sotto i Romani, il nome di Paestum. 

La nostra guida Lucia ci attende alle porte di Agropoli per poi proseguire con tutti noi il percorso verso gli scavi. Già dal pullman man mano che si percorrono le mura di cinta dell’area archeologica di Paestum si nota subito la maestosità e l’imponenza dei templi. Arrivati al parcheggio, dopo aver consegnato gli auricolari e acquistato i biglietti per ognuno di loro cominciamo la nostra visita guidata. La biglietteria si trova sul lato sud dell’area archeologica, vicina ai due templi di Nettuno e di Hera. Cominciamo proprio da li la nostra visita. 

 

 

Entrando in questi giganteschi edifici dove nell’antichità erano conservate le divinità, ci rendiamo conto della loro imponenza, della loro maestosità. Tutti restiamo stupiti da quello che la storia ci ha lasciato in dono. Scoprendo l’architettura, l’arte, i riti, la cultura della Grecia antica, un mondo così distante dal nostro modo di vivere e di pensare, ci possiamo rendere conto della varietà della vita umana nella storia.

Conclusa la visita dell’area archeologica ci avviciniamo al museo per la visita. Anche se i lavori di ristrutturazione non sono ancora terminati, entriamo nell’unica ala aperta al pubblico per far conoscere ai nostri visitatori l’icona di Paestum, La Tomba del Tuffatore. 

 

 

Si tratta di una rara testimonianza di pittura greca figurativa rinvenuta nel 1968 a 2 km più a sud di Paestum da Mario Napoli, un archeologo del periodo. Tra le raffigurazioni presenti sulle cinque lastre della tomba quella più importante è il tuffo che un giovane compie da una trampolino in una pozza d’acqua. Questa icona viene decifrata come il passaggio verso l’aldilà ovvero simboleggia il passaggio dalla vita alla morte.

Terminata la visita ne approfittiamo per rifocillarci e per acquistare qualche souvenir in memoria di questa bella scoperta. Conclusa la pausa pranzo ci raduniamo al pullman per partire alla volta di Castellabate, il paese del film “Benvenuti al Sud” che ormai da qualche anno in qua ha reso questo piccolo paesino Cilentano arroccato sul mare una vera e propria destinazione turistica. Non rinunciamo alla tentazione di immortalare questo momento con una bella foto di gruppo sulla terrazza  panoramica che si affaccia sul golfo di Salerno.

 

 

Proprio in questo bellissimo posto si trova anche il castello dell’Abate fatto costruire da Costabile Gentilcore della Badia di Cava per proteggere Castellabate dagli attacchi dei saraceni. Continuiamo la passeggiata inerpicandoci tra le stradine che attraversano il centro ma veniamo subito colpiti dalla targa in pietra che riporta la frase di Gioacchino Murat quando nel 1811 disse: Qui non si muore, riferendosi alla qualità e alla purezza dell’aria. 

 

 

Non può mancare una piccola pausa caffè nella famosa Piazzetta, dove ci aspettiamo di trovare l’ufficio postale che vediamo nelle scene del film, e invece troviamo un bel bar con ombrelloni e sedie dove potersi rilassare affacciati sulla balconata panoramica. 

Ci raduniamo di nuovo al pullman per poi percorrere la strada del ritorno. Una strada del ritorno che questa volta sarà diversa, perchè i nostri clienti hanno deciso di gustarsi una passeggiata in bus sulla bellissima ma frastagliata costa Cilentana dove il verde della vegetazione si staglia con l’azzurro del mare cristallino.

Il giorno dopo il programma di viaggio prevede la visita dell’area archeologica di Velia, città greca fondata nel VII secolo a.C., che fu un importante centro culturale e politico per secoli. Gli scavi di Velia sono un'esperienza emozionante che permette di immergersi nella storia di questa antica città.

 

 

Appena si arriva a Velia, si viene catturati da un'atmosfera magica. Il sito archeologico è immerso in un paesaggio naturale incantevole, tra colline, pini e cipressi. Le rovine della città, che si estendono per chilometri, sono circondate da un silenzio surreale. È un vero e proprio viaggio nel tempo. 

Passeggiando tra le rovine è possibile immaginare come doveva essere la vita in questa città greca. Si possono vedere i resti di templi, edifici pubblici, case e strade. Salendo la collina verso la Porta Rosa, che é il resto più importante di questo antichissimo sito archeologico, ci rendiamo conto che la strada in pietra che stiamo calpestando ha quasi tremila anni. Lucia, la nostra guida, giustamente ci fa notare anche la differenza che la distingue da quella romana. Purtroppo qualcuno del gruppo ci rinuncia perché il percorso diventa sempre più impegnativo e sempre più ripido.

La particolarità di questa porta, che vale assolutamente la pena vedere, è la presenza di due archi a tutto sesto contrapposti uno sull’altro. In quell’epoca non era ancora conosciuta questo tipo di architettura che invece é stata scoperta solo successivamente con l’arrivo dei Romani e quindi viene riconosciuta come il più antico arco greco conosciuto in Italia.

 

 

Terminiamo la visita sulla sommità della collina dove prende posto la Torre, una fortificazione che gli Angiolini nel XIII sec costruirono per difendersi dall’attacco della Sicilia con Pietro III d’Aragona. Ritorniamo al pullman e salutiamo la nostra guida Lucia per partire alla volta di Capo Palinuro, la perla Cilentana conosciuta soprattutto per lo splendore del suo mare cristallino. 

All’arrivo ci rechiamo direttamente nel centro di Palinuro per la pausa pranzo. Decidiamo tutti di pranzare al Ristorante Luna Rossa, dove ci vengono servite delle gustosissime pietanze di mare cucinate con tipiche ricette prettamente Cilentane. Il tempo stringe e la voglia di conoscere le grotte di Palinuro prevale su di noi tanto da anticipare il nostro giro in barca.

 

 

Veniamo suddivisi su due piccole imbarcazioni per motivi di sicurezza e partiamo alla scoperta di questo spettacolare tratto di costa che da Capo Palinuro arriva quasi al confine con Marina di Camerota. 

Restiamo subito sbalorditi dal fascino della grotta azzurra. Il suo colore turchese che viene riflesso da un cunicolo sotterraneo lungo circa 35 metri che é davvero intenso e surreale che sembra quasi un dipinto. 

 

 

La giornata è davvero stupenda, un caldo sole settembrino ci regala il meglio dei colori che questa costa può offrire. Peccato che non siamo attrezzati di costume, sarebbe stata la ciliegina sulla torta per concludere al meglio la nostra giornata. 

 

 

Un altro giorno volge al termine, con la consapevolezza che il giorno successivo il gruppo è pronto per rimettersi in viaggio verso la sua terra di provenienza. 

 

Arrivederci presto tra noi nel CILENTO! Buon viaggio a tutti voi…

 

Autore: Antonio Speranza

Fonte: Viaggio del 26-27-28 e 29 settembre 2023

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